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LEGAZIONI PONTIFICIE
Ripartizioni amministrative e territoriali dello stato pontificio dopo la Restaurazione. Furono soggette a frequenti mutamenti nel corso del XIX secolo. L'organizzazione dei territori della Chiesa, risalente a Clemente XI (1700-1721), fu sovvertita dall'occupazione napoleonica, così che, nel 1800, Pio VII poteva disporre solo di sette delegazioni (l'entità territoriale allora prevista), comprendenti il Lazio, l'Umbria e parte delle Marche. In seguito alla Restaurazione (1814), una volta riappropriatosi del potere, il pontefice, con le riforme del 1816-1817, ricostituì le province portando a diciotto le delegazioni, dette ora legazioni e amministrate da un cardinale. In pratica divennero legazioni i territori di Bologna, Ferrara, Ravenna e Forlì. Nel 1827 Leone XII intervenne nuovamente sul tessuto amministrativo, accorpando province; Gregorio XVI (1831-1846), al contrario, ne creò di nuove, erigendo a legazione anche i territori di Pesaro e Urbino e di Velletri. "Legazione" per antonomasia fu denominata però solo l'appendice emiliana e romagnola dello stato, protagonista dei moti indipendentistici del 1831, del 1843, del 1845 e del 1848-1849. Bologna, Ferrara, Ravenna e Forlì, dotatesi di governi provvisori nel 1859, furono annesse col resto dell'Emilia al Regno di Sardegna, all'indomani del plebiscito del marzo 1860.
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